#Saltimbanche: il servizio di Report fa tremare la Consob!
L’inchiesta di Report sta scuotendo l’opinione pubblica, ma anche l’Alta Finanza, che è stata definitivamente presa con le mani nella marmellata dalla Gabanelli.
Saltimbanche è l’inchiesta di report sulle banche e gli scandali delle banche popolari, che ultimamente iniziano ad essere sempre di più. Le popolari sono una realtà molto forte in italia, ovvero banche presenti sul territorio che hanno decine di migliaia di clienti sparsi sul territorio, questi clienti ricevono i finanziamenti da parte delle banche (e dovrebbe essere il compito principale delle banche popolari), ma poi fanno sottoscrivere anche le azioni, e obbligazioni. I clienti, solitamente, si fidano e quindi le sottoscrivono, anche perché a volte i finanziamenti venivano fatti solo e soltanto se venivano sottoscritte queste azioni e obbligazioni (vedi BPVI).
Quando la Banca Marche, CariChieti, Cariferrara e Banca Etruria sono andate in crisi, se la sono cavate con un semplice “bail-in”. Ma questa bella parola cosa significa? Beh, è semplice, per legge il bail-in obbliga migliaia di azionisti e obbligazionisti a “sacrificarsi” per la banca, vedendosi azzerare tutti i propri investimento.
Maria Elena Boschi conosce molto bene tutte queste dinamiche, visto che la sua famiglia è stata al centro del turbinio di malcontento che ha invaso la Banca Etruria. Il Padre della ormai famosa Ministro nota come Maria “Etruria” Boschi, è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta. Le indagini affermano infatti che, ci sarebbero state liquidazioni milionarie per i manager, e crediti concessi a membri del Consiglio di Amministrazione, senza alcuna garanzia. Nei guai ci sono finiti anche le banche come Bpvi e Veneto Banca, che avevano “truccato” negli anni il prezzo delle azioni, portandole a dei prezzi a volte più del doppio rispetto allo standard, e che alla fine del 2014 valevano oltre 60 euro… Oggi? Carta straccia. Mentre il valore delle azioni crollava, era già troppo tardi per gli ignari investitori.
Bruno Vespa si è salvato
Ma qualcuno sarà riuscito a salvarsi di queste decine di migliaia di investitori truffati? Uno sì, e il nome è quello di Bruno Vespa, lo storico giornalista della Rai, ecco come ha fatto:
«Nel 2010 io chiesi di poter vendere e non riuscii a vendere. Io ho premuto, insistito in maniera costante per due anni e otto mesi e dopo due anni e otto mesi nell’estate del 2013 sono riuscito a vendere una parte rilevante delle azioni».
Bruno Vespa ha poi affermato che parte dei suoi risparmi sono andati in fumo: «Mi hanno offerto delle obbligazioni e quindi ho parecchi soldi che sono andati in fumo: 873mila euro, che valgono il 10 per cento».
Gabanelli contro Consob: Vegas si dimetta
Vegas, e il nome è tutto un dire, è stato letteralmente minacciato dalla Gabanelli, che lo ha invitato a dimettersi. La richiesta di dimissioni, sarebbe legata ad una lettera interna a Consob, che è stata scovata dai bravissimi giornalisti di Report, sugli scenari di probabilità, ovvero l’unico strumento che avrebbe permesso ai risparmiatori di capire quello che stavano acquistando da queste banche truffaldine.
Secondo la Gabanelli, il presidente Giuseppe Vegas, ha violato la regola Consob che prevede di raccomandare alle banche l’utilizzo di uno strumento che informa il risparmiatore del rischio al quale va incontro, ad esempio:
“Con questo strumento ha il 70% di probabilità di perdere”.
Vegas ha però smentito tutto, dicendo che sono norme europee a non obbligare l’utilizzo di questo strumento.
Chi avrà ragione? Resta il fatto che decine di migliaia di risparmiatori sono stati truffati, e con pochissime probabilità rivedranno questi soldi.
Siamo d’accordo quindi con la Gabanelli, ma ormai siamo in ritardo su tutto. La Consob e la Banca d’Italia sono infatti complici di una banda di truffatori organizzati, pronti a voltare le spalle nel momento del bisogno. Una vera e propria vergogna, ovviamente Italiana.